I continenti si muovono da sempre, lentamente, inesorabilmente, in modo impercettibile ai sensi umani, spinti dalle potenti  forze interne del pianeta generate dai moti convettivi del mantello terrestre.

Nel corso di decine o centinaia di milioni di anni queste forze hanno cambiato più volte la geografia del nostro pianeta. Se potessimo viaggiare nel passato, procedendo verso le epoche più remote, ci stupiremmo nel trovare un pianeta tanto diverso da quello attuale.

L'Italia non è certo sfuggita all'evoluzione geologica: contesa e poi schiacciata tra Africa ed Europa, ha visto nascere e morire mari e oceani che hanno lasciato tracce nelle rocce della penisola.

Dalle testimonianze degli antichi  mari e oceani partiremo per ricostruire la storia geologica della penisola e la formazione delle Alpi e degli Appennini, in un viaggio che è durato 250 milioni di anni e che iniziò quando l’Italia non c’era.

Prologo:i grandi cambiamenti del Triassico

Pangea Triassica
Courtesy Ron Blakey, NAU Geology : La terra nel triassico (220 MA)

La geografia del Permiano (300 Ma) è incredibilmente semplice: un unico super continente che costituirà il prologo alla storia geologica del pianeta.

Imponenti movimenti e scontri continentali avevano "assemblato" il megacontinente Pangea, attorno al quale si estendeva un grande oceano, la Pantalassa, che formava ad est il grande golfo della Tetide. Il clima interno era caldo e arido dato che il mare non poteva penetrarvi con la sua azione mitigatrice.

Il Triassico (250 Ma) che cominciò con una grande estinzione di massa, fu l’epoca nella quale si avviarono i grandi cambiamenti geografici ed evolutivi  del pianeta terra: iniziò l’era dei rettili e la disintegrazione della Pangea.
Circa 228 milioni di anni fa (Triassico sup.)  il centro della Pangea si lacerò (rift continentale) e venne invaso dalle acque oceaniche. Due supercontinenti, Gondwana (alla quale apparteneva l'odierna Africa) ed Eurasia ( della quale facevano parte Europa e Asia), cominciarono a separarsi.

Proprio lungo la linea di separazione della Pangea iniziò la storia della futura Italia. E’ qui che si trovava Adria,  una propaggine del Nord Africa occupata interamente dalla Tetide che sarà teatro della nascita del mediteranno e della penisola italiana.

 

Per saperne di più:

La Tetide: quando l'Italia non c'era

Italia nel Triassico
Courtesy Ron Blakey, NAU Geology: (Modificato da M.Pregliasco) La terra nel triassico (220MA)

Ecco un dettaglio del golfo della Tetide con in evidenza l'Adria, all' epoca nella quale si trovava a contatto con l'Europa e l'Asia.

L' Italia, o meglio ciò che diverrà il nostro territorio, si trovava su Adria e sui suoi margini a contatto con la zolla africana ed europea. Era sommersa da un mare epicontinentale, cioè un mare basso, contornato da basse piane costiere periodicamente invase dalle maree.

Si possono scorgere i profili della Sicilia, e del blocco Sardo-Corso evidenziati in verde.

Le uniche zone emerse, con aride pianure e brulli rilievi, erano una piccola parte della Toscana e la Sardegna che si trovava sulla costa del continente europeo, per il resto scogliere e atolli corallini, piane di marea, paludi salmastre.

tre cime di lavaredo, dolomia triassica
foto ©Michele Pregliasco 2010 - Tutti i diritti riservati: Le tre cime di Lavaredo: dolomia triassica formatasi in ambiente di piana tidale.

 

Le rocce della Tetide triassica in Italia.

Rocce triassico italiano
Foto a sinistra Google Earth; al centro cartina le rocce del Triassico italiano ,da A.Bosellini (con il permesso dell' autore) modificata; foto a destra da wikipedia commons.

Un mare basso e caldo è l'ideale per la fauna tropicale. Nella Tetide triassica quindi  cominciarono a depositarsi le parti dure (gusci ed esoscheletri) degli organismi marini (coralli, alghe calcaree, molluschi, per citarne alcuni) che dettero origine alle rocce calcaree. Nelle piane di marea il calcare, a contatto di acque salmastre, si trasformò in dolomia. Negli ambienti di laguna l’intensa evaporazione portò alla formazione delle evaporiti, delle quali i gessi (anidridi di Burano) sono i rappresentanti più eclatanti giunti fino a noi. Non mancano i materiali portati dai fiumi che hanno dato origine alle arenarie.

Per saperne di più:

I mari tropicali nell'Italia triassica.

Scienza-cultura» Geologia

Scopri come si formarono le dolomiti..

L'Oceano giurassico Ligure-Piemontese.

L'Italia nel Giurassico
Courtesy Ron Blakey, NAU Geology (modificato da M.Pregliasco) tardo giurassico (150 MA)

Le fenditure che alla fine del Triassico interessano il centro di Pangea si allargarono sempre di più fino a che, nel Giurassico Medio 180-160 Ma, l'America si separa dall' Africa: nasce l'Oceano Atlantico Centrale.

Questo fenomeno ha una importante conseguenza sull' area mediterranea: Africa ed Europa cominciano a separarsi e in mezzo nasce l'Oceano Ligure-Piemontese. Nascono così due nuovi margini continentali separati dal neonato Oceano Ligure-Piemontese: l'Adria ad oriente e la costa Europea ad occidente.

L'Adria contiene la maggior parte dei futuri territori italiani (anche se sono sotto i livello del mare) mentre, Sicilia e Sardegna, sono dislocati sul margine africano il primo e su quello europeo il secondo, come evidenziato in verde sulla cartina. Sempre ad Adria appartengono il Mare Adriatico, e parte della ex Iugoslavia e della Grecia, le alpi orientali (comprese: Innsbruck, Salisburgo, Vienna).

 

L'Oceano Ligure Piemontese è un mare molto più profondo rispetto alla Tetide Triassica. Difatti si tratta di una grande depressione dovuta alla lacerazione della crosta oceanica nel punto ove la piattaforma Africana e quella Europea si separarono. Il processo di espansione durerà fino al Cretaceo inferiore (130Ma) alla velocità di circa 2 cm l'anno (quasi lo stesa velocità con cui oggi si espande l'oceano Atlantico, esempio odierno di oceano in espansione) e porterà alla scomparsa di parte delle terre emerse fino ad allora.

Le rocce del Giurassico-Cretaceo Italiano

Rocce Italia giurassico-Cretaceo
Foto a sinistra: Ammonite, Mary Parrish/Smithsonian Institution , al centro carta rocce Cretaceo inferiore da A.Bosellini (con il permesso dell' autore) modificato, a destra immagine da wikipedia commons.

Tra l'inizio del Giurassico medio e la fine del Cretaceo l'area mediterranea e l'Italia erano occupati dall'Oceano Ligure-Piemontese la cui apertura aveva determinato lo spofondamento delle terre emerse nel precedente Triassico superiore.

 

Se 150 milioni di anni fa avessimo posato lo sguardo sul mediterraneo al posto dell'Italia avremmo visto un oceano (con profondità che arrivava a 2500-3000m e depositi di mare profondo), costellato da plateau sottomarini, bordato a est e a sud da banchi tropicali molto simili a quelli delle odierne Maldive o Bahama, sui quali si trovavano scogliere a coralli e rudiste, e le bianche sabbie formate da piccole palline calcaree: le ooliti.

Le rocce dell'Oceano Ligure-Piemontese: le ofioliti

Cartine ofioliti nord Italia
M.Pregliasco, carta geologica delle ofioliti nel Nord Italia (da autori vari)

Quando 2 zolle continentali si separano, nasce un nuovo fondo oceanico. La lacerazione della crosta terrestre produce fratture dalle quali i magmi  giungono in superficie ed entrano in contatto con l’acqua dell’ oceano.

Si formano così le rocce ignee: i basalti, mentre le rocce più profonde sono costituite dai gabbri   e dalle peridotiti. L’acqua, che raggiunge temperature considerevoli, continuamente agisce chimicamente sulle rocce trasformandole in serpentiniti (metamorfismo).

Tutte queste rocce sono testimoni di quei mari che, come l'Oceano Ligure Piemontese, si sono aperti in seguito alla separazione delle placche e sono chiamate ofioliti, per il loro aspetto che ricorda la pelle dei serpenti.

Sopra le ofiliti si sono adagiati i sedimenti dell'oceano ovvero le argille, i calcari e i diaspri.

Le ofioliti si ritrovano negli apennini, mentre nelle Alpi sono state trasformate in meta-ofioliti dall'orogenesi alpina: il basalto ad esempio è diventato metabasite.

Ofioliti L'Oceano Ligure-Piemontese.

Scienza-cultura» Geologia

La nascita di un oceano scomparso.

 

Ofiolite
foto ©Michele Pregliasco 2010 - Tutti i diritti riservati: la superficie della serpentinite, spaccata di fresco, parco dell'Aveto, con il suo tipico colore verde

Muore l'oceano nascono le Alpi: l'orogenesi alpina

L'Oceano Ligure Piemontese continuava ed espandersi raggiungendo la larghezza di 1000 chilometri. A partire dal Cretaceo medio (130 m.a.) qualcosa cambiò: Africa ed America cominciarono a separarsi (nasceva l'Atlantico meridionale). L'Africa stava compiendo una rotazione antioraria che spingeva l'Adria contro l'Europa. Come conseguenza l'Oceano Ligure Piemontese si trovò compresso e schiacciato tra Africa ed Europa che si avvicinavano, e venne a poco a poco eliminato sparendo sotto il margine africano. Al suo posto nasceva qualcosa di nuovo: la catena alpina.

L'Adria, avanzando, spingeva e corrugava i materiali che si trovavano nell' oceano contro il margine europeo. E' questa la genesi delle Alpi e della catena alpina che vediamo indicata dalla freccia nella cartina.

 

 

L'epilogo: si apre il Bacino Balearico

Italia nel miocene
Courtesy Ron Blakey, NAU Geology: Oligocene-Miocene,immagine a destra in bassa da Bosellini (con il permesse dell' autore)

Tra l'Oligocene superiore e il Miocene inferiore, circa 24 m.a., la Corsica e la Provenza, facendo perno sul golfo di Genova, ruotano in senso antiorario e si distaccano dall' Europa per portarsi verso la posizione attuale.

Questo fenomeno provoca uno sprofondamento dei territori a ovest del blocco Sardo-Corso, e la conseguente formazione del Bacino Balearico e del Mar Ligure.

Inoltre questo evento ha una conseguenza importantissima sulla geografia italiana: la rotazione comprime e accumula i materiali verso est, si ha cioè un'altra orogenesi, quella appenninica, ovvero la nascita degli Appennini.

Ci vorrà ancora del tempo, ma non molto, prima dell' apertura del Mar Tirreno che porterà al compimento del definitivo assetto geologico del nostro paese.

Un mare scomparso: il Bacino Terziario Piemontese.

Avanfossa e avanpaese
foto ©Michele Pregliasco 2010 - Tutti i diritti riservati:Italia avanfossa e Corallo fossile, località Maddalena, Sassello.

Quando sulla superficie terrestre si eleva una nuova catena montuosa, il peso flette verso il basso la crosta terrestre. Si crea quindi una depressione chiamata avanfossa lungo tutto il margine della catena.

Inoltre vengono a instaurarsi dei bacini al disotto del livello del mare (bacini episuturali) come quello che nell'Oligocene avanzò da Nord-Est verso Sud-Ovest e ricoprì quella che oggi è la Pianura Padana.

Questo Bacino che si chiama Bacino Terziatio Piemontese fu per lungo tempo un mare basso e caldo, con piccoli golfi e baie che in Liguria lambiscono le zone di Sassello, Stella Santa Giustina e Celle Ligure. In queste regioni è possibili trovare i fossili marini di questo ambiente.

E' interessante e curioso pensare che in età oligocenica la Liguria era lambita da un mare proviniente dalla Pianura Padana.

 

La crisi di salinità del Messiniano

crisi di salinità Messiniano
Courtesy Ron Blakey, NAU Geology modificato, Messiniano

Circa 6,9 milioni di anni fa, il lento avvicinamento e la conseguente collisione delle placche europea e africana, produsse la chiusura dello stretto di Gibilterra (altre cause vanno ricercate nell’abbassamento del livello marino a causa di una glaciazione e dell’ innalzamento tettonico dell’area mediterranea). Il Mediterraneo divenne un mare chiuso, soggetto ad una intensa evaporazione che determinò un abbassamento del livello delle acque con la conseguente emersione di vaste aree. I fiumi cominciarono ad erodere zone profonde delle quali ci rimangono i canyon del Rodano che oggi si trovano sotto il livello del mare a 900 metri di profondità. Probabilmente sia il Rodano che il Nilo formavano cascate di 1500 metri di altezza.
Circa 3,5 milioni di anni fa l’acqua comincio nuovamente ad entrare dallo stretto di Gibilterra: cascate alte 3000 metri cominciarono a riempire il bacino del mediterraneo. Di tutto questo oggi ci restano imponenti sequenze evaporitiche, in particolare gessi messiniani, affioranti dalla Siciliana fino al Monferrato.

Il Tirreno è un oceano

Tirreno apertura
Courtesy NASA:Europa.

L'ultimo mare ad apririsi fu quello tirrenico.

In realtà per i geologi non si tratta di mare ma bensì di oceano perchè le cause della sua nascita sono le stesse che portarono alla formazione dell'Oceano Ligure Piemontese: l'espansione del fondo oceanico dovuto a movimenti che assottigliano ed espandono la litosfera.

In effetti il Tirreno ha raggiunto (circa un milione di anni fa) il record tra le velocità di espansione dei fondi oceanici: circa 20cm l'anno nella direzione delle freccie in figura (Boschi 2006)

Proprio al centro del Tirreno, alla profondità di 3500 metri, il Marsili, il più grande vulcano europeo, ci ricorda che la dinamica dei fondali oceanici è prodotta dal motore interno della terra e che tutto ha origine dal cuore del pianeta.

Fonti Bibliografiche

Ringraziamenti

Ringrazio Ron Blakey per le ricostruzioni paleogeografiche e Alfonso Bosellini per l'uso di alcune immagini inserite in questa pagina.